Nel reparto di Fibrosi Cistica si trovano ricoverate Kira di 11 anni e la sua mamma.
La loro storia è simile a quella di molte altre famiglie provenienti dall’Ucraina, che fuggono dalla guerra e dall’occupazione, ma Kira e la mamma sono scappate anche per l’impossibilità di curare adeguatamente una patologia cronica, come la Fibrosi Cistica, che richiede una dieta speciale e dei trattamenti antibiotici e con enzimi costanti e per tutta la vita.
Quando l’occupazione Russa è arrivata a Konotop (350 km da Kiev), attraverso corridoi umanitari, la famiglia ha potuto raggiungere la Polonia e da lì la Turchia, dove la mamma aveva dei conoscenti che avrebbero voluto aiutarli. Il viaggio ha debilitato Kira e all’arrivo in Turchia la sua situazione richiedeva cure immediate, ma la mancanza di assicurazione medica ha impedito anche l’esecuzione di semplici prelievi. La mamma ha quindi iniziato la ricerca su Internet, dove ha reperito le notizie sul nostro ospedale e sulle associazioni umanitarie che potevano aiutarla ad arrivare. E così è stato: a maggio, in aereo, sono giunte a Roma e, grazie alla Protezione Civile, hanno raggiunto il Bambino Gesù e trovato accoglienza all’interno delle strutture alloggiative dell’Ospedale.
Quando la mamma ci racconta dell’arrivo in OPBG tira un sospiro di sollievo: finalmente ha la sicurezza di poter continuare le cure ma, sorridendo, ci dice che tutte le sue aspettative sono state ampiamente superate. Nel reparto, l’empatia dei medici e degli infermieri fanno sentire mamma e figlia come in famiglia. Sono rimaste molto sorprese dal menù: è possibile scegliere e mangiare ciò che piace di più!!!
Kira ama molto la nostra Ludoteca: ha potuto trovare dei libri in ucraino e seguire le attività degli educatori. Mentre la mamma ci racconta tutto questo e ringrazia, Kira è troppo impegnata per poterci ascoltare: sta seguendo online le lezioni della sua scuola ucraina ma aspetta anche i nostri docenti ospedalieri per le lezioni di spagnolo.
Alla fine della lezione però ci dice che vorrebbe diventare una designer o, forse, un medico, ma sopratutto che - alla fine della guerra - vorrebbe tornare in Ucraina.
1/12/2022